Inquietanti sono le aggressioni compiute da ragazzini di dodici - quindici anni nei confronti di coetanei per sottrarre loro piccole somme di denaro, il giubbotto firmato, il telefonino o, addirittura, le scarpe alla moda. Comportandosi così gli adolescenti cercano di farsi ammirare dai compagni e dal gruppo. Un tempo il fenomeno del bullismo riguardava, soprattutto, le scuole superiori, adesso, invece, è sempre più diffuso anche nelle scuole medie. I ragazzi che assumono questo atteggiamento persecutorio e intimidatorio nei confronti dei più deboli, minacciandoli di ammazzarli di botte, sono in realtà dei deboli, che traggono forza e senso di superiorità dalla paura e dalla sottomissione della vittima. I luoghi in cui si svolgono queste bravate sono di solito la scuola e i dintorni di essa. Nella maggior parte dei casi, il bullo compie delle violenze fisiche: spintoni, calci, sberle e pugni. Sono sempre più numerosi gli insegnanti che si lamentano dei comportamenti aggressivi dei loro alunni. Ma chi è il bullo? Spesso è solo la vittima di un disagio familiare fatto di tensioni, incomprensioni e rifiuti, che hanno segnato gran parte della sua vita. Ciò sicuramente non significa tolleranza. Il problema del bullismo deve essere condannato e risolto, ma, soprattutto, affrontato con la consapevolezza che vittime non sono solo i ragazzi oggetto di persecuzione fisica e morale da parte dei bulli, ma anche i bulli stessi.
Per combattere questo fenomeno è importante l’azione di prevenzione e di rieducazione da parte della scuola, ma indispensabile l’intervento efficace dei genitori, che, acquisita la consapevolezza del disagio, si facciano carico del cambio di rotta, soprattutto di carattere affettivo ed educativo, necessario per il recupero del proprio figlio.
Armenio Simona (1^ AT) Bianco Simona (1^ AT)
Cortese Sara (1^ A) Raffaeli Michela (1^A)
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